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La bellezza androgina arriva in Italia: ce ne parla Sharlot Capuana di Trans Models

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Dopo diversi articoli sul binarismo della bellezza, sulla bellezza androgina, sul binarismo dei concorsi di bellezza maschili e femminili, e dopo aver raccontato le straordinarie storie di modelli e modelli che sfilano con gli abiti del sesso opposto, intervistiamo Sharlot Capuana, esperta di comunicazione, fotografa e camera…woman, nonché fondatrice della prima Agenzia di modelli e modelle transgender e gender non conforming.

Ciao Sharlot. Parlaci di te. Cosa fai nella vita? Quali sono i tuoi interessi e passioni?

Sono ora una donna transgender, nato negli anni dell’atterraggio sulla luna il 1969, in un tempo, quello del 1900, e con una cifra ambigua e palindroma, il “69”.
Cresciuta nella prima periferia di Milano a Sesto San Giovanni genitori emigranti dal sud Italia a Milano: mamma operaia e padre impiegato postale, che aveva un unico, vero, interesse: dipingere dalla mattina alla sera.

Nel 1975 nasce mio fratello Tiziano: l’amore più grande della mia vita. Nel 1993 Tiziano muore, mio padre si ammala di depressione, già sulla buona strada da prima.
Io invece sbando per 5 anni. Da questo shock fortunatamente traggo il meglio, comprendo a 27 anni che la vita è un flash, che l’avrei dovuta vivere e che nessuno avrebbe potuto dirmi cosa dovevo fare della mia vita. Siamo gli artefici della nostra vita.

Rispetto ai miei amici, avevo i lineamenti del viso molto gentili, direi femminili, capelli castano chiaro, con i boccoli. Avevo molto successo con le ragazzine del quartiere. Infatti avevo possibilità maggiori di trovare la fidanzatina rispetto a miei amici. Ho avuto molte fidanzatine sia da piccolo anche poi quando crebbi: una volta addirittura vennero in due, mi presero da parte e mi chiesero se volevo essere il loro fidanzato. Ricordo che rimasi perplesso non sapevo cosa fare e cosa dire, ma poi dissi: “ma come faccio se dobbiamo uscire andare al cinema in tre?”.
Addirittura ricordo e non scordo una signora che mi disse : rivolgendosi a mia madre: “guarda… che bella bambina!” Guardai mia madre e dissi: “ma mamma! sono un bambino!”

La passione per l’arte arrivò da mio padre, la passione per la comunicazione arrivò dalle mie esperienze lavorative e studi in campo video, fotografici documentaristici. Lavorai e viaggiai per la stampa come fotografo, per la televisione come cameraman e video-reporter per una trasmissione video-cine-giornalistica documentarististica che andava in onda su RAI 2 in prima serata, condotta dal Giornalista Michele Santoro, questa esperienza lavorativa durata 8 anni con giornalisti al tempo poco conosciuti e ora molto noti. Questa esperienza mi formo sia lavorativamente parlando, sia a livello di crescita personale e di formare il mio caraterete in modo esponenziale.

La mia sessualità ad un certo punto mutò, era dentro di me, ma non capivo, ero già grandicello, avevo avuto molte belle ragazze. Ad un certo punto mi resi conto che ero attratto da le donne non perché le desideravo fisicamente anche se, si, ci ho fatto l’amore tante volte. Mi resi conto che mi piacevano da morire perché desideravo essere come loro! Da qui nasce anche la mia passione per la moda, ammiravo le modelle studiavo la loro bellezza, il loro portamento ma ancora inconsciamente.
Quando presi coscienza della ma vita sessuale cambiò radicalmente tutto intorno a me, non trovai più lavoro, mi staccai dalle amicizie, mi isolai per incominciare la mia transizione da uomo a donna. Dopo qualche hanno incontrai l’amore ed eccomi qua.

Ora sono Sharlot Capuana una donna transessuale, la mia passione il mio amore più grande è la fotografia ed è il modo con cui ho scelto di esprimermi di comunicare.
Amo l’arte in genere e ogni forma di comunicazione espressiva mi incuriosisce molto, come la moda ad esempio, amo la natura e fare sport correre e nuotare mi piacciono le arti marziali che ho praticato da maschietto per ben 7 anni da cui ho preso fierezza ed ho eliminato la paura ad affrontare le persone a testa alta e controllando sempre le situazioni che mi circondano nella vita.

Cosa faccio nella vita ? Ora sono una casalinga, mi occupo della casa dove vivo con il mio amore Costantino l’uomo che ho scelto di sposare.
e nel frattempo sto cercando di “ri-crearmi” una nuova posizione lavorativa e coltivo la mia immensa passione la fortografia, un processo che va avanti da tanti tanti anni .
Quello di cui sono sicura e che ho trovato finalmente, dopo anni di domande e profonda ricerca interiore, cosa devo raccontare fotograficamente!
Da questa lunga e profonda riflessione, ho compreso che è l’identità di genere che devo raccontare! Devo raccontare “il mio tempo” devo cercare di trasmettere a traverso la fotografia una nuova realtà, le nuove sessualità. Indago dall’interno, perché sono immersa in questa realtà, che è appunto un evoluzione dei genere sessuali un cambiamento epocale della cultura sessuale del mio tempo.

 

Come nasce l’idea di TransModels?

L’idea nasce da un articolo di giornale che ho letto esso parlava della prima agenzia di modelle/i transgender aperta a New York City.
Poi il fatto che è ho una forte passione per la fotografia di moda e la motivazione trainante probabilmente e che sono una donna e una fotografa transgender.
Tutti questi elementi insieme, mi hanno spinto naturalmente a cercare di fare la stessa cosa qui a Milano.

 

Dove siete? che rete di collaborazioni avete?

In Facebook c’è la pagina dell’Agenzia Trans Models Milano, per il momento non esiste una sede fisica o meglio esiste ma è casa mia… dove ho fatto i primi shooting con aspiranti modelle, naturalmente arriverà il momento che dovrò pensare ad una sede fisica adeguata per l’agenzia.
Collaborazioni? Bel punto di domanda! Da pochissimo mi ha contattata una ragazza che mi ha trovata perché ha letto l’articolo di giornale che Repubblica.it ha redatto sulla Agenzia Trans Models Milano. Ludovica il suo nome, ha esperienze lavorative presso agenzie di moda a Milano, si è proposta per collaborare con l’agenzia: ora valuterò.
Colgo occasione per comunicare che chi fosse interessato a collaborare può contattarmi a questa E-Mail: ag.transmodel@gmil.com, perché da sola non non riuscirò a coprire tutti i compiti necessari per far funzionare l’agenzia.
Non vi nascondo che sarei contenta se i miei collaboratori fossero persone trans.

Qual è l’obiettivo?

L’obiettivo, ma non è l’unica aspirazione, è quello di crearmi un lavoro e di conseguenza è di offrire opportunità lavorative alle persone transgender e LGBTQI.
Inoltre, cercherò di promuovere “carattere” e “personalità”, non solo corpi.
Darò precedenza e preferenze a persone che posso proporre lavorativamente parlando: certamente dovranno essere persone affidabili e sveglie, che si sanno relazionare con la società circostante in modo educato e gentile.

Cerchi modelli transgender in entrambe le direzioni di genere? E riguardo alle persone genderqueer?

Certamente cerco persone modelle e modelli transgender mtf e ftm.
Sono inoltre aperta a tutti i generi, e non generi: in realtà a l’agenzia non interessa “cosa sei o non sei” non importa, non porrò mai domande del genere per la selezione di modelle o modelli.
A me interessa, l’espressione dell’individuo, le caratteristiche del viso, del corpo.
Cercherò di proporre modelli e modelle uscendo dagli schemi di bellezza già prefissati nella società.
Posso dire che questo sta già accadendo. Ad esempio, Getty Images, agenzia fotografica dalla fama mondiale e con un archivio fotografico stellare, ha già aggiornato i sui hashtag proponendo modelli femminili comuni fuori dagli schemi preconfezionati.
Stiamo cavalcando l’onda! Avverto, questo è il tempo giusto per muoversi e per iniziare ad abbattere definitivamente tutti i muri che ci dividono dalla società di oggi e per quella di domani.

Perché la bellezza è “binaria”? Come e quanto si sta diffondendo il concetto di bellezza dell’androginia?

Riguardo all’androginia, mi piace pensare di avere un certo occhio, che mi permette di scoprire singolarità. Forse è presunzione la mia, ma forse è solo fierezza di essere quella che sono e coraggio misto a convinzione e al desiderio di voler mostrare altro rispetto al solito, al già visto.
Ed è solo mostrando un’immagine “messaggio” che il pensiero gradualmente muta. E’ un processo di comunicazione e solo con la larga diffusione del messaggio, qualunque esso sia il messaggio, che si sviluppa un processo evolutivo del senso comune in una società, che sia positivo o negativo: un processo lento, per chi osserva.
Se il pensiero, però,  deve svilupparsi, e se questo è il suo tempo, prima o poi si svilupperà, se è ora!
lo farò come un fiore che spunta dall’asfalto, abbattendo tutte le barriere e le difficoltà.
Lo stesso processo di inclusione da parte della società, di noi persone transgender è in evoluzione ed questa evoluzione è mutata di peggio in meglio, attraverso il tempo.
Ricordo perfettamente la progressione, perché ci sono dentro e seguo l’evoluzione.
Se dovessi definire il mio ruolo su questa terra in questo tempo nella società in cui vivo mi definirei con questo ruolo è “osservatrice” da questo appunto nasce la mia più grande passione, la fotografia, la curiosità e l’entusiasmo per la natura e la scienza.

 

Alcune modelle che lavorano nella moda come indossatori per abiti da uomo.
Altri, modelli uomini, sfilano per capi femminili.
Cosa sta succedendo? è positivo?

Si è positivissimo, succede che delle realtà che prima erano meno evidenti, perché immature per il commercio, ora sono pronte per essere colte e gli stilisti come creatori di moda e costume, essi sono i primi a cogliere il frutto maturo e mostrarlo, alla sfilata popolare della Milano Fashion Week di turno.
Posso dire, che scattando fotografia Street Style (fotografia che osserva lo stile la moda delle persone per la strada) ho imparato moltissime cose, soprattutto durante le Milano Fashion Week. Ci sono abiti che trovo eccessivi, abiti che non sono assolutamente paratici, abiti orribili, abiti bellissimi. Tutto di pende dal proprio essere, dalle proprie esperienze, dalla propria bellezza interiore, da quello che si è visto e vissuto… dall’arte che è dentro di noi italiani, ma tutto poi in fine diventa molto personale e racconta chi siamo le nostre tendenze sessuali, il nostro ceto sociale: la moda ci posiziona ci definisce in una categoria, cosa che a me non piace. Non amo essere alla moda o, meglio, posso essere alla moda perché porto un capo che è di moda, ma lo indosso creando un il mio stile personale.
Sono felice se gli stilisti riescono a soddisfare l’esigenze di un gay. Ad esempio, un uomo potrebbe desiderare di portare un vestito simile a quello di un donna, ma che è stato disegnato per essere indossato da lui. Forse la cosa mi meraviglierà un po’, ma solo inizialmente. Alla fine è solo un abito! dentro c’è una persona, ed è quello deve contare! C’è chi si veste per coprirsi, e c’è chi si veste con style ! Entrambe le persone sono degne di rispetto.
A me piace moltissimo vedere le donne vestite da uomo con pantaloni giacca camicia bianca e cappello Borsalino: adoro questa visione, forse romantica.

Che ne pensi di Andrej(a) Pejic? Quando viveva ancora al maschile è stata scelta come modella per un reggiseno.
Penso sia bella la sua figura molto femminile, e non mi sarei accorta di nulla se non l’avessi letto. Come le donne che non hanno molto seno o lo hanno leggermente accento, la trovo sexy lo stesso. L’idea dei pubblicitari e del marchio non fa una grinza… se sta bene indossato da un uomo androgino, figuriamoci da una donna!

 

Tempo fa il blog aveva parlato di bellezza androgina, mostrando volti della moda e del cinema: vogliamo commentare insieme?

Le trovo molto intriganti e belle… sarà la tanta curiosità per l’ambiguo… spero di trovare soggetti simili per la mia agenzia.

Tempo fa ho parlato nel blog di miss e mister Italia e anche di miss e mister trans. Alla fine premiano quasi tutti (cis e trans) modelli estetici binari. Tu che ne pensi?

Penso che se questo è il modello preconfezionato del tempo. Questo è quello che la folla, la massa, il gregge desidera.
Essere donne transgender col seno e sedere grosso, anche sproporzionati, è essere donne oggi? Per gli uomini è avere i muscoli ?
Se ci si pensa, è come la moda: indossano un certo capo perché non sanno scegliere, non ne hanno la capacità la cultura, il gusto.
O tutti mangiano da MacDonald perché è facile e si risparmia.
Poi se si pensa alla chiesa… idem, chi non ha testa per pensare appunto !
Per il gregge la chiesa c’è, gli da da pensare, detta loro quello che è giusto da quello che è sbagliato. Penso, quindi, che sia semplicemente questione di cultura e intelligenza.
Un famoso pubblicitario disse: “volete la merda ? E io vela do!” per quello che mi riguarda questi non sono i miei modelli di bellezza, non mi piacciono ma li rispetto, standogli però lontano, anche perché mi sarebbe difficile intrattenere un discorso con persone così evidentemente superficiali.

 


Archiviato in:INTERVISTE, TRANSGENDER E PROFESSIONE, VITA TRANSGENDER Tagged: androginia, bellezza binarismo, sharlot capuana, transmodels milano

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